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Met Opera / Satyagraha

Un inno alla non violenza. La storia di Gandhi via satellite da New York

MARTEDì 22 NOVEMBRE 2011
ore 19
via satellite al cinema
dal METROPOLITAN OPERA di NEY WORK
Philip Glass
Satyagraha (la forza della verità)

Un inno alla non violenza. La storia di Gandhi raccontata sulle musiche del compositore di The Hours e The Truman Show.

Opera in 3 atti tratta dal Bhagavad Gita
Compositore: Philip Glass
Libretto: Constance DeJong e Philip Glass
Direttore: Dante Anzolini

Miss Schlesen Rachelle Durkin
M. K. Gandhi Richard Croft
Mr. Kallenbach Kim Josephson
Parsi Rustomji Alfred Walker

Regia: Phelim McDermott
Direttore associato & Scenografia: Julian Crouch
Costumista: Kevin Pollard
Programmazione luci: Paule Constable
Durata approssimativa: 3 ore e 45 minuti
Cantato in Sanscrito. Il testo è proiettato sul palco, non sono utilizzati titoli del Met

Lo statunitense Philip Glass, uno dei più grandi compositori contemporanei oltre che e autore di colonne sonore che hanno segnato la storia del cinema (da Truman Show a The Hours), ha lavorato alla Satyagraha tra il 1978 e il 1979 ispirandosi alla vita del Mahatma Gandhi. Il libretto è stato composto dalla francese Costance DeJong a partire dal poema religioso indiano Bhagavadgita, che il compositore americano ha inteso come testo di commento all’azione e ha scelto di mantenere nell’originale sanscrito per evidenziarne la sacralità e salvaguardarne il ritmo.

Sfondo del percorso immaginifico dell’opera è il periodo che il giovane Gandhi trascorse in Sudafrica dal 1893 al 1913, dove diede vita ai fondamenti della sua etica non violenta e della disobbedienza civile (in sanscrito Satyagraha, la forza della verità). Personaggi simbolo di questo impegno e testimoni spirituali delle vicende sono lo scrittore Lev Tolstoj, il poeta Rabindranath Tagore e l’attivista Martin Luther King, chedanno i nomi ai tre atti e insieme rappresentano il passato, il presente e il futuro della Satyagraha.

Lo stesso Philip Glass, in un articolo pubblicato dall’Huffington Post, ha spiegato come proprio la Satyagraha abbia ispirato anche le recenti proteste di Occupy Wall Street.

“Per dirla in modo semplice, Gandhi ha cambiato il mondo del suo tempo e anche il nostro. Ora, per la prima volta da quasi tre generazioni, i cittadini americani sono scesi per la strada ad occupare Wall Street (…). Nel rispondere alla frustrazione e alla tristezza generale che sentiamo, questi movimenti hanno preso ancora una volta come principi di base l’attivismo e la non-violenza. Dovremmo essere orgogliosi del fatto che le garanzie fondamentali di libertà di parola e di raduno sono al centro della nostra Costituzione e della Carta dei Diritti. (…) Così, quando si tratta di “Occupy Main Street”, non dobbiamo dimenticare che questi sono gli americani, noi stessi che esercitiamo i nostri diritti e doveri dicittadini. Ed esercitandoli, li salvaguardiamo per tutti”.

La Trama

Atto I – Tolstoj
Scena 1 / Il Campo di battaglia di Kuru. Incombe una battaglia tra due famiglie reali, i Kuruvas e i Pandavas. Il Signore Krishna istruisce il Principe Arjuna ad essere saggio nelle questioni riguardanti la morte e il dovere. Gandhi traccia un parallelo tra scontro mitologico e scontro in atto.

Scena 2 / La Fattoria Tolstoj (1910). Gandhi ha dato inizio alla prima azione collettiva tra i residenti indiani del Sudafrica e ha istituito la Fattoria Tolstoj dove le famiglie vivono una vita semplice in armonia tra loro. Egli dichiara che il lavoro è preferibile all’ozio, se i motivi personali di ognuno sono scevri dal desiderio.

Scena 3 / Il Voto (1906). Il governo britannico propone un emendamento per la registrazione di tutti gli indiani, il Black Act. Nel corso di una riunione pubblica, si stabilisce che tutti opporranno resistenza alla legge persino con la morte. I Satyagrahi sono giunti una svolta: le condizioni della risoluzione in termini di vita o di morte richiedono più di un normale voto di maggioranza. Solo un giuramento in nome di Dio sosterrà l’osservanza della risoluzione da parte di ciascun individuo.

Atto II – Tagore
Scena 1 / Scontro e Salvezza (1896). Gandhi ha trascorso sei mesi in India parlando delle condizioni dei coloni in Sudafrica. Quando fa ritorno a Durban trova un’ondata di opposizione tra la popolazione europea, e una folla sempre più violenta lo insegue attraverso la città. Una sostenitrice europea dichiara che gli oppositori di Gandhi sono degli sciocchi, corrotti dalla fierezza e dall’ipocrisia, e lo accompagna a casa.

Scena 2 / L’Indian Opinion (1906). Il settimanale Indian Opinion è un elemento centrale per le attività del movimento Satyagraha, e ne riflette progressivamente la crescita dei principi. Ergendosi a modello con la sua forte politica interna, informa la comunità locale e mondiale e diviene una potente arma per il conflitto. La moglie di Gandhi e i suoi soci riaffermano l’importanza di adoperarsi per la causa piuttosto che per la propria gratificazione personale.

Scena 3 / La protesta (1908). I leader del movimento sono stati condannati al carcere per aver rifiutato di abbandonare il Sudafrica. In segno di protesta, la comunità decide di riempire la prigione, facendosi arrestare per svariati reati. Il governo propone di abrogare il Black Act se la maggioranza degli indiani si registra volontariamente, ma poi la legge entra comunque in vigore. I Satyagrahi danno il loro ultimatum: se l’atto non sarà revocato, gli indiani bruceranno i loro certificati. Quando il governo rifiuta, i certificati sono dati alle fiamme. Gandhi predica l’importanza di non odiare nessuno.

Atto III – King
La Marcia di New Castle (1913). Il leader indiano Shree Gokhale visita il Sudafrica e ottiene dal governo la promessa pubblica di abrogare due leggi di chiara discriminazione razziale. Quando il governo viene meno alla promessa, i minatori organizzano uno sciopero. Capeggiati da Gandhi, i minatori e le loro famiglie si uniscono all’esercito Satyagraha e marciano verso la frontiera del Transvaal. Se arrestati, i 5.000 si riverseranno nelle prigioni. Se sarà loro permesso di raggiungere la Fattoria Tolstoj, continueranno lo sciopero. L’esercito viene istruito a sopportare qualsiasi prova senza opporsi. Parlando ai suoi seguaci del ritorno dell’anima a Brahma, Gandhi proclama: “Il Signore ha detto, io sono passato attraverso molte nascite così come te, io le conosco tutte ma tu no. Perché quando la legge della virtù deperisce e sorge l’anarchia, allora io genero me stesso sulla Terra, respingendo il male e ristabilendo la virtù sul suo trono.”
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Philip Glass: nato a Baltimora nel 1937, Glass si avvicina al mondo della musica sin da giovanissimo. Dopo essersi dedicato allo studio delle tastiere, negli anni Sessanta si apre alla composizione e comincia a lavorare con Ravi Shankar esibendosi con il suo gruppo nelle Gallerie d’arte di New York. A seguire fonda il Philip Glass Ensemble. Conferma dunque la sua attenzione per le sonoritàminimaliste collaborando tra gli altri con Brian Eno e David Bowie e raggiungendo l’apice del successo negli anni Novanta. Glass firma inoltre numerose e celebri colonne sonore, tra cui Koyaanisqatsi di Godfrey Reggio; Mishima: A Life in Four Chapters di Paul Schrader, Kundundi Martin Scorsese; The Truman Show di Peter Weir; The hours di Stephen Daldry; The illusionist di Neil Burger; Diario di uno scandalo di Richard Eyre, Sogni e Delitti di Woody Allen.



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