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Met Opera / Anna Bolena

Il più grande teatro d’Opera del mondo via satellite da New York

Martedì 18 ottobre 2011 ore 19
via satellite nei cinema
dal METROPOLITAN OPERA di NEY WORK

Tragedia lirica in due atti
Prima esecuzione: 26 dicembre 1830, Milano
Musiche di Gaetano Donizetti
Testi di Felice Romani
Dirige Marco Armiliato

Personaggi e dettagli produzione:
Anna Netrebko Anna Bolena
Ekaterina Gubanova Jane Seymour
Tamara Mumford Smeton
Stephen Costello Lord Riccardo Percy
Ildar Abdrazakov Enrico VIII

Regia David McVicar
Scenografie Robert Jones
Costumi Jenny Tiramani
Luci Paule Constable
Coreografia Andrew George

La Stampa internazionale
Dopo l’anteprima che ha avuto luogo a New York il 26 settembre i critici di tutto il mondo hanno elogiato l’Anna Bolena del Metropolitan Opera. Il New York Times ha scritto: “Anna Netrebko trasuda carisma vocale … lo sprezzo con cui ha interpretato la cabaletta in chiusura dell’opera di Donizetti ha travolto la platea”. L’Associated Press ha dichiarato: “Netrebko nei panni della Bolena ha conquistato il Met … un enorme successo … un virtuosismo abbagliante. U’opera meravigliosa”.

La Trama

Atto I
Inghilterra, 1536
Presso il castello di Richmond i cortigiani discutono sugli affari di corte: il trono della regina Anna, infatti, ha cominciato a vacillare da quando il re Enrico VIII si è innamorato di un’altra donna. Jane Seymour, amica e ancella di Anna, segue la regina che le confida le proprie paure. Anna è turbata e ordina al paggio Smeton, che in realtà è innamorato di lei, di cantare qualcosa. Le parole del giovane però le fanno tornare alla mente i ricordi del passato e del suo primo amore.

Sola nella sua camera, Jane -che in realtà è l’amante del re- si interroga sul suo tradimento, divisa tra l’amicizia per Anna e l’amore per Enrico VIII. In quel momento arriva il re che le dichiara il suo amore appassionato e le promette di sposarla e di regalarle la gloria e il trono. Turbata dal destino che il re vuole riservare a Anna, Jane si rende conto che è ormai troppo tardi per tornare sui propri passi.

Nel parco di Richmond, Lord Rochefort, fratello della regina, incontra l’antico amante di Anna, Lord Percy, richiamato dall’esilio da Enrico VIII che lo aveva allontanato subito dopo le nozze. Lord Percy è preoccupato per Anna e chiede notizie di lei a Lord Rocherfort. Sopraggiunge quindi il re, pronto per una battuta di caccia, seguito dalla regina e dalle sue dame di compagnia. Enrico VIII saluta Lord Percy e gli comunica che il suo esilio è stato revocato proprio per insistenza di Anna. In realtà il re ha un piano ben preciso: quello di accusare la regina di tradimento così da poterla ripudiare prendendo quindi in moglie Jane. Per questo ordina al fido Hervey di sorvegliare la regina e Lord Percy e parte subito dopo per la caccia mentre Anna si ritira nelle sue stanze.

Il paggio Smeton si aggira nell’appartamento della regina. Segretamente innamorato di lei, ne custodisce con cura il ritratto. Quando appaiono Lord Richmond e Anna, Smeton si nasconde. Il fratello esorta Anna a concedere almeno un incontro a Percy e la donna, infine, acconsente. Percy le rivela quindi di non aver mai smesso di amarla. Anna ammette che ormai il re la detesta ma supplica comunque l’antico amante di trovare un’altra donna degna del suo amore perché lei rimarrà comunque fedele al suo ruolo di regina. Così, disperato, Lord Percy estrae la spada per uccidersi. Nella concitazione del momento, giunge il re che, soddisfatto per il successo del suo piano, accusa pubblicamente Anna di adulterio. Nel tentativo di difenderla, Smeton lascia cadere l’immagine di Anna, che viene quindi considerata come la prova inconfutabile del tradimento della regina. Anna, Percy e Smeton vengono quindi arrestati.

Atto II
A Londra Anna è relegata nelle sue stanze.
Sopraggiunge Jane Seymour che supplica la regina di confessare l’adulterio, così da concedere il divorzio al re e aver salva la vita. Anna rifiuta con forza, maledicendo la nuova favorita del re. Così Jane confessa di essere lei quella donna. Anna, sotto choc, dapprima si infuria, poi perdona la rivale ribadendo che l’unico vero colpevole di quella tragedia è proprio Enrico VIII.

Il paggio Smeton, nell’estremo tentativo di salvare la vita alla regina, confessa di esserne l’amante e così facendo conferma invece la tesi dell’adulterio, condannando definitivamente Anna e compiacendo i piani del re.
La regina, trascinata assieme a Percy davanti al consiglio, supplica il re di essere uccisa subito, senza dover subire l’umiliazione del giudizio. Nel confronto che ne segue, Percy rivendica i diritti di Anna, ricordando di essere stato suo marito, prima del matrimonio con il re. Il sovrano fa così trascinare in tribunale la coppia dichiarando che u’altra donna sarà sua regina.
Jane Seymour supplica il sovrano di salvare Anna ma Enrico VIII non cede e in quel momento Hervey annuncia la sentenza del Consiglio: il matrimonio reale è sciolto e Anna, Percy, Smeton, e Rochefort sono condannati a morte.

Prigioni della torre di Londra.
Anna, ormai in rovina e vestita di stracci, è in preda al delirio. Immagina il giorno delle sue nozze reali e ricorda il suo amore per Percy. Sia l’antico amante, sia il fratello di Anna rifiutano la grazia del re che invece si ostina a voler far giustiziare Anna. Quando le campane iniziano a suonare e i cannoni a sparare per festeggiare le nuove nozze reali, Anna ritorna in sé e maledice la coppia reale, andando incontro a testa alta la sua esecuzione.



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